Fare il genitore è un difficile mestiere, ma anche essere figli è complesso
Non ci sono più i nuclei familiari del passato, numerosi, che riunivano diverse generazioni sotto lo stesso tetto. Le famiglie si sono ristrette, nascono sempre meno bambini. Ma anche i genitori sono cambiati; i padri sono più disponibili a prendersi cura della prole a partire dalla gravidanza della compagna partecipando a corsi, visite ed ecografie; la metà delle madri lavora e cerca un compromesso fra carriera e famiglia. E i bambini si trovano immersi fin dai primi giorni nella vita dei genitori. Esistono diverse “scuole di pensiero” per ogni argomento a partire dall’alimentazione, alla salute (attualmente il tema vaccini è scottante), allo sport, ecc. e l’avversario più grande è rappresentato dai media, che dicono come si “deve” crescere un figlio, dettando delle mode (canoni estetici, brand, cellulari, ecc.).
Se si chiede alla gente, qual è il mestiere più difficile del mondo, molti risponderanno “fare il genitore”, perché non ci sono manuali che insegnino come si fa, non è possibile evitare ai propri figli di commettere errori, né farli diventare come si vorrebbe, ma è possibile preparare il terreno in cui farli crescere. Le fasi dello sviluppo sono spesso accompagnate da cambiamenti negli atteggiamenti o comportamenti destabilizzanti. Ad esempio, l’adolescenza, con le tipiche “tempeste ormonali”, la percezione da parte del ragazzo/a di un cambiamento radicale nella propria immagine fisica, nella propria identità, può alterare l’equilibrio e la stabilità che caratterizzava il rapporto genitori – figli. Possono nascere conflitti, legati a difficoltà comunicative, nei quali il genitore cerca di mantenere il suo ruolo (che non viene più riconosciuto) ed il figlio cerca di rivendicare un nuovo ruolo ma resta intrappolato nella visione del genitore.
Prima di essere genitori, siamo individui, uomini e donne, con bisogni, impegni e passioni. Allo stesso modo i bambini non sono tutti uguali, ognuno di essi ha le sue caratteristiche
A volte abbiamo la sensazione che i nostri figli non ci ascoltino, che ci manchino di rispetto, che non ci considerino minimamente, che non ci permettano di star loro vicino; non capiamo se si tratti di una sfida o di una richiesta di aiuto e vorremmo capire perché è così difficile avere un dialogo.
Siamo preoccupati, frustrati, non ci sentiamo dei “bravi” genitori, non sappiamo quale linea educativa seguire o quella che abbiamo scelto non ci sembra funzionare, ci sentiamo soli o addirittura ostacolati in questo compito dall’altro genitore.
Gli obiettivi di questo spazio sono quelli di comprendere le dinamiche familiari, chiarire i propri dubbi come genitore e le difficoltà collegate, costruire una relazione di fiducia che si fondi su ascolto e accoglimento dei bisogni reciproci, in modo da poter accompagnare i propri nella loro crescita.